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Il
7 Marzo 2009 era la prima volta che mi recavo in Polonia, ci sono andato
con un gruppo di cooperatori dell'Associazione "Re:social club"
che faceva capo a "Base 202" della cooperativa Arcobaleno di
Via Paolo Veronese a Torino. Ci ritornerò dieci anni dopo con un
gruppo di 26 persone. Lo scopo principale del viaggio era la visita al
campo di sterminio di Auschwitz e alla città di Cracovia. Ci ha
accompagnati Matteo dell'associazione "Terra del Fuoco". Ingresso di Auschwitz - Ci attende una guida la quale fa una raccomandazione a noi visitatori, di avere rispetto in quanto il campo di “Auschwitz” è un luogo della memoria, un cimitero dove piangere tutti i morti dello sterminio di massa per opera del Nazismo e non un luogo turistico. Infatti, un cartello posto all'ingresso del museo, scritto in inglese, ricorda ai visitatori che ci si appresta ad entrare in un luogo dove è stata commessa una tragedia fra le più gravi e orribili della storia dell'uomo. Tutti coloro che visitano il museo devono quindi assumere un atteggiamento rispettoso della memoria di coloro che sono stati barbaramente massacrati o hanno sofferto. Provo
una certa emozione mentre oltrepasso il cancello sovrastato dalla ben
nota e beffarda scritta Arbeit macht frei che, in tedesco,
significa il lavoro rende liberi. Per questa porta i detenuti si recavano
e tornavano dal lavoro massacrante di tutti i giorni. Auschwitz I è il lager principale, fu reso operativo dal 14 giugno 1940, era anche il centro amministrativo dell'intero complesso. Il numero di prigionieri rinchiuso in questo campo variò tra le 15.000 e le oltre 20.000 unità. Si noti l'edificio che ospitava il primo forno crematorio e la camera a gas. Funzionò dall'agosto 1940 al luglio del 1943. Qui furono uccise, in una piccola camera a gas ricavata dall'obitorio, o morirono, a causa delle difficili condizioni di vita, circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici. Gli uomini delle SS sul tetto, indossando maschere antigas, versavano il famigerato Zyklon-B* in grani attraverso i fori nella camera sottostante che si trasfomava così in camera a gas. Il
Blocco 10 è l'edificio dove venivano fatti esperimenti
scientifici, usavano bambini e donne come cavie, ne studiavano la nascita
e la morte. Gemelli evirati, donne senza ovaie, sterelizzati dall'odio
di aguzzini che si sentivano razza superiore. Una
di queste foto ritrae il cortile dell'edificio nel carcere di Auschwitz
I, noto come Blocco 11, dove i prigionieri di Auschwitz
I, Auschwitz II (Birkenau) venivano portati per la punizione per quello
che i nazisti consideravano reati gravi, come il sabotaggio o i tentativi
di fuga. All'interno, in una delle celle sotterranee morì, tra
gli altri, padre Massimiliano Kolbe, che aveva accettato di morire per
salvare un altro prigioniero.
Furono migliaia le esecuzioni sommarie che ebbero come fondale questo muretto posto in fondo al cortile, tra il Blocco 10 e il Blocco 11 (quello della Gestapo). Lo scopo del muro nero è stato quello di "proteggere" il muro di mattoni rossi dalle pallottole sparate. Nella zona denominata "piazza d'appello e della forca collettiva", numerose le esecuzioni pubbliche eseguite per impiccaggione effettuate dalle SS, per terrorizzare gli altri prigionieri. Sul muro c'è una bacheca che ricorda che nel luglio del 1943 vi furono impiccati dodici prigionieri politici polacchi per aver avuto contatti con la popolazione del posto. Auschwitz II – Birkenau è il luogo dove c’è quella costruzione con una torretta e un arco sotto il quale passavano i treni dei deportati, è il simbolo di questo campo sterminio dove persero la vita quasi un milione e mezzo di persone, per lo più ebrei e zingari condotti alle camere a gas immediatamente dopo il loro arrivo. Birkenau era inoltre il più esteso lager ed arrivò a contare fino ad oltre 100.000 prigionieri. Gli internati, reclusi separatamente in diversi settori maschili e femminili, erano utilizzati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento verso altri campi. Il campo distava circa 3 chilometri dal campo pricipale di Auschwitz I e fu operativo dall'8 ottobre 1941. Nel pomeriggio siamo giunti alla Judenrampe, si trova fuori, a qualche centinaio di metri dal campo Auschwitz II ed è il luogo dove arrivavano i treni merci dei deportati prima che portassero i binari direttamente all'interno. I deportati, appena scesi dal treno, venivano selezionati l’80% circa finiva immediatamente nelle camere a gas. Il restante 20% lavorava nel lager, ma non per produrre qualcosa, ma esclusivamente per la sua gestione. Birkenau era solo ed esclusivamente un campo di sterminio. Tutti i prigionieri che vi lavoravano, lavoravano esclusivamente per la ‘normale’ gestione del campo. Le SS non facevano praticamente niente se non controllare e il lavoro (come ad esempio gasare le persone) veniva quasi interamente svolto dai prigionieri. Auschwitz II – Birkenau è il luogo dove c’è quella costruzione con una torretta e un arco sotto il quale passavano i treni dei deportati, è il simbolo di questo campo sterminio dove persero la vita quasi un milione e mezzo di persone, per lo più ebrei e zingari condotti alle camere a gas immediatamente dopo il loro arrivo. Birkenau era inoltre il più esteso lager ed arrivò a contare fino ad oltre 100.000 prigionieri. Gli internati, reclusi separatamente in diversi settori maschili e femminili, erano utilizzati per il lavoro coatto o vi risiedevano temporaneamente in attesa di trasferimento verso altri campi. Il campo distava circa 3 chilometri dal campo pricipale di Auschwitz I e fu operativo dall'8 ottobre 1941. Al
di là del portone della morte, i binari della Bahnrampe si protendono
sino alle rovine dei crematori II e III, fra cui spicca il Monumento Internazionale
alle Vittime del Nazifascismo. Poi ci siamo incamminati lungo la strada parallela ai binari della Bahnrampe, a sinistra ci sono le baracche in muratura e, a destra, il desolante spettacolo dei camini delle baracche di legno, distrutte dai tedeschi nella loro precipitosa ritirata. Quì a lato si vedono i ruderi della camera a gas e del crematorio II. In questo forno crematorio vi si potevano bruciare circa 1440 cadaveri in 24 ore. Alla fine del 1944 i tedeschi decisero di smantellarlo e le SS lo fecero saltare in aria il 20 gennaio 1945 per cancellare le prove dell'olocausto. Dopo esserci soffermati vicino alle macerie del crematorio II, la guida ci ha illustrato le varie fasi della "morte programmata" dei deportati e i luoghi in cui queste si svolgevano: lo spogliatoio dove veniva raccomandato a tutti di ricordarsi il posto dove avevano appeso gli indumenti in modo da poterli riprendere dopo; la camera a gas sotterranea camuffata da doccia, dove venivano ammassati i prigionieri, nudi, ignari della sorte che gli attendeva; il deposito dei corpi, che poteva contenere fino a duemila cadaveri; i forni crematori.
La stessa sequenza, ricostruita, l'avevamo già vista in mattinata
in un plastico al Museo di Auschwitz I. Visitiamo
la Sauna, un edificio che fu adibito alle procedure d’immissione
nel campo, dove i prigionieri venivano privati dei loro effetti personali,
dei capelli e della dignità umana (sostituzione del loro nome con
un numero di matricola). Avveniva la disinfestazione degli abiti con macchine
a vapore, la doccia e l' assegnazione delle divise. Il percorso nella
Sauna si concludeva nella stanza in cui i prigionieri ricevevano le uniformi
a righe e gli zoccoli in legno.In uno dei locali dell'edificio "sauna",
dal 2001 sono esposte le fotografie di molte famiglie di Ebrei deportati,
le cui foto furono rinvenuti in una delle valigie che i nazisti non avevano
fatto in tempo a distruggere. La
visita giunge al termine che è quasi buio, mentre continuava a
scendere una insistente pioggia mista a neve. Saliamo sul pullman che
ci riporta a Cracovia, siamo stanchi e infreddoliti, ma non ci lamentiamo
per non sentirci in colpa dopo tutto ciò che abbiamo visto e sentito.
... dieci anni dopo 7 Aprile 2019, dopo dieci anni, ho organizzato come Anpi di Chivasso un ritorno ad Auschwitz portando con me altre 25 persone desiderose di andare sui loghi della memoria, dove fu commesso il più atroce e disumano sterminio di persone innocenti. Ritornare ad Auschwitz è stato come esserci per la prima volta. Il silenzio e il vuoto di Birkenau, rimasti dopo quella immane tragedia, colmato da una giornata insieme a tante altre persone lì come noi per essere testimoni. Siamo andati, insieme alla guida polacca sig.ra Justyna, abbiamo oltrepassto il tristemente famoso cancello d’ingresso con la scritta “Arbeit macht frei” abbiamo visitato Auschwitz e Birkenau. Auschwitz è conosciuto nel mondo come luogo simbolo dove si è perpetuato lo sterminio degli ebrei ad opera dello Terzo Reich.
Con l'Anpi Provinciale di Torino ho organizzato altri quattro viaggi con lo scopo di Unire la storia del secolo scorso alla memoria e favorire la partecipazione alla vita democratica per contrastare ogni forma di pregiudizio, di razzismo e di xenofobia. Il
10 settembre 2024 abbiamo utilizzato il nuovo centro visitatori, ultimato
quindici giorni dopo l'ultima visita (15 giugno 2023) con passaggi sotterranei
per l'entrata e l'uscita dal terreno del memoriale. Se
questo è un uomo (Primo Levi) * Zyklon B: Acido cianidrico allo stato solido cristallino: i cristalli se riscadati emettono dei vapori altamente tossici. Veniva utilizzato nella disinfestazione dei pidocchi e fu utilizzato su larga scala per l'uccisione di massa nelle camere a gas. |
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